L’Appennino

RAPPORTO ISNART LEGAMBIENTE

La bicicletta contro la crisi: per le vacanze

il cicloturismo punta a una forte crescita

di Pierangelo Soldavini (il Sole 24 ore)

La bicicletta si candida a diventare uno dei mezzi di trasporto che potranno contribuire a traghettare l’Italia al di fuori delle secche dell’emergenza sanitaria. Lo può fare in citta, come uno degli strumenti di mobilità alternativi ad automobili e trasporto pubblico che rischiano di mostrare tutti i loro limiti, alleggerendo il carico di traffico e passeggeri. Ma le due ruote si candidano a farlo anche al di fuori del contesto urbano, con impatti consistenti dal punto di vista economico, trasformandosi in una componente decisiva per sostenere la ripresa del turismo in un anno in cui l’Italia ne ha quanto mai bisogno.

Già nel 2019 i pernottamenti di cicloturisti hanno raggiunto un totale di quasi 55 milioni, pari al 6,1% del totale delle presenze turistiche, generando una spesa complessiva pari a 4,7 miliardi di euro. I due terzi di questa somma derivano dai turisti internazionali, quella componente che con le restrizioni ai viaggi con ogni probabilità farà mancare il suo contributo la prossima estate. Ma nonostante tutto la potenzialità dell’impatto del cicloturismo potrebbe raggiungere livelli ben superiori. A fare i conti è il secondo rapporto Isnart-Unioncamere e Legambiente dedicato al cicloturismo. Al netto dei turisti stranieri, i pernottamenti degli italiani hanno raggiunto i 20,5 milioni: se agli 1,4 milioni di cicloturisti italiani che già d’abitudine fanno le vacanze in bicicletta si aggiungessero quelli che di solito si muovono tra gennaio e maggio e si sommasse anche l’effetto dei brevi soggiorni autunnali si potrebbe arrivare a quasi 26 milioni di presenze, con una crescita del 26% . E forti di una spesa media pro capite di 75 euro al giorno, dal momento che il rapporto conferma come il turista a due ruote sia di fascia medio-alta.

All’incremento dei flussi turistici potrebbe contribuire l’auspicato incentivo in arrivo dal Governo per un importo fino a 500 euro per l’acquisto di biciclette che andrebbe a sostenere un mercato che l’anno scorso ha raggiunto 1,7 milioni di pezzi venduti, con una probabile accelerazione delle ebike.

Il rapporto Isnart-Legambiente sottolinea come l’impatto del cicloturismo possa lievitare ulteriormente soprattutto tenendo conto del peso che può avere sull’economia turistica locale, con alcune regioni che arrivano a un’incidenza del 15-20% sul totale turistico. Il modello è il Trentino Alto Adige che da solo intercetta quasi un terzo dell’intero flusso cicloturistico , con un giro d’affari di 1,1 miliardi di euro l’anno, che diviso per gli oltre 3mila km di percorsi attrezzati genera un impatto economico pari a 338mila euro per km ciclabile. Applicando questi multipli agli oltre 58mila km di itinerari cicloturistici, comprendendo ciclabili, ciclopedonali e ciclovie, l’impatto economico potrebbe raggiungere volumi cinque volte quelli registrati finora: un calcolo solo teorico ma che dà l’idea delle potenzialità.

«Gli incentivi governativi avranno un ruolo importante, ma diventa cruciale orientare la ciclabilità verso strutture dedicate, sicure e segnalate, non necessariamente infrastrutture “pesanti” come le ciclovie – sottolinea Sebastiano Venneri, responsabile Turismo di Legambiente -. Per questo è necessario connettere i protagonisiti locali, gli enti territoriali, le strutture ricettive, gli attrattori turistici, per poter attivare un’offerta turistica che possa essere attrattiva». D’altra parte le cifre in gioco non sono irrilevanti.